Il programma prevedeva di realizzare un edificio con capacità di 500 - 600 posti, tenendo in conto le alte temperature che si raggiungono in certi periodi dell'anno, non potendo contare su nessuna forma di condizionamento artificiale e che ci troviamo in una area soggetta ad uragani.
L'opera promossa e in parte finanziata dalla diocesi di Vercelli, aveva un budget incerto e mentre ancora si stavano cercando finanziamenti, esistevano variegate opinioni sulla forma che la nuova chiesa avesse dovuto avere; alcuni ritenevano che in un contesto fatto di povere capanne, si dovesse evitare di "costruire cattedrali nel deserto", ma questo contrastava col sentimento dei parrocchiani che proprio per il fatto di vivere in case modeste volevano che la dimora in cui la comunità entrava in comunione con il suo Dio modesta non fosse.
Quando pensi un progetto del quale dovrai seguire la sua realizzazione, in un contesto produttivo caratterizzato da maestranze poco qualificate, dalla difficoltà di reperire localmente i materiali necessari nei lavori, ti devi sempre chiedere se e come come si potrà realizzare l'idea che stai per mettere sulla carta, visto che non avrai a disposizione grandi macchine di sollevamento e in generale poca tecnologia.
Fin dall'inizio mi fu chiaro che le grandi campate necessarie nella sala di una chiesa sarebbero state realizzate con travi reticolari a cassone, poggiate su un sistema di pilatri e travi a portico in calcestruzzo.
Per considerazioni personali maturate nei miei soggiorni in africa, circa la metafisica, il modo ricorrente di esprimersi in forme e colori tipico di queste latitudini, volevo la pianta circolare di una casa locale, questa idea anche se non realizzabile materialmente, è stata costruita con una disposizione in cui l'altare risultava centrale rispetto alla disposizione dei fedeli, organizzando la direttrice principale di accesso e collegamento con il presbiterio lungo la diagonale di un quadrato;
La luce, filtrando dai controsoffitti in mogano, avrebbero infuso lo spazio di atmosfera mistica, questi pozzi avrebbero funzionato contemporaneamente da camini di tiraggio per il ricircolo dell'aria...
Le immagini presentate avevano creato aspettative ed entusiasmo nella comunità che nei limiti delle sue modeste possibilità partecipava materialmente al finanziamento dell'opera, ma le osservazioni che venivano sollevate in certi ambienti circa l'opportunità di costruire o meno un edificio di forte impatto in un contesto così minimale, mi portarono a rivedere il progetto e facendo salve le linee guida del progetto, immaginai che lo spazio della chiesa si affondasse in una collina ricavata riportando tutto il terreno che si sarebbe dovuto muovere per la situazione altimetrica del lotto.
Anche qui uno spazio antistante avrebbe annunciato l'accesso a un ambiente ipogeo, mistico nella luce che filtrava dalla fenditura continua che separava il terreno intorno alle pareti dalla coperura, prolungamento ideale della collina nela quale lo spazio era scavato.
Personalmente ritengo che questa fosse la soluzione più suggestiva e sostenibile, ma alla fine dopo molte discussioni si affermò la decisione di tornare sulla prima soluzione per svilupparla in base alle disponibilità economiche.
L'ultima versione del progetto metabolizza tutte le considerazioni fatte fin lì e le trasforma in seguito alla effettiva disponibilità di risorse materiali ed umane in un disegno in cui il perimetro si apre in una serie di aperture per regolare i flussi di luce e aria, i porticati laterali realizzati con strutture leggere ad ombrello, il campanile emerge dalla terra e rappresenta nelle sue linee il percorso catartico verso la redenzione...
La costruzione durata 18 mesi caratterizzata da materiali locali, dalle cromie della terra e impreziosità da racconti biblici illustrati da un artista, si è alla fine liberata in una cerimonia di inaugurazione che ha messo insieme tanta gente proveniente da posti anche molto lontani in un evento dove espressioni come "fede", "partecipazione", si sono materializzate in un momento di grande emozione difficile da dimenticare.